STORIE DI UOMINI DENTRO LE VIGNE: DOLCEACQUA
Negli ultimi anni sempre più consumatori stanno volgendo il loro sguardo ai prodotti artigianali del food. Anche il mondo del vino è interessato da questo fenomeno che sta portando il nascere di diverse nuove realtà artigianali, in giro per tutta l’Italia, che hanno come obiettivo quello di riscoprire antichi vitigni, per lo più sconosciuti, antichi metodi di vinificazione, allevamento e trattamento della vite, per consegnare ai propri amatori prodotti unici e che siano in grado di trasmettere una storia, sentimenti e valori.
Con questa rubrica vogliamo portarvi con noi alla scoperta di questo mondo, che sempre di più trova grande fascino, sia in noi che in molti amanti del vino. Storie di vignaioli, che con la loro passione, dedizioni, tentativi e conoscenze vogliono lasciare un segno e regalarci prodotti davvero sorprendenti.
Il primo articolo di questa rubrica, vuole raccontare una storia che esemplifica perfettamente questo movimento, ovvero quei vignaioli che a noi piace chiamare Challenger Winemaker.
Si tratta di Müragni, una storia che parte da molto lontano, in quei luoghi dove la parola eroico non ricorda solo le gesta di uomo lontano e antico, ma riguarda l’uomo presente.
Una storia lontana perché si inserisce nel solco della tradizione del Rossese di Dolceacqua, un antico vitigno portato in Liguria, nello specifico nella val Nervia e in val Verbone, grazie agli scambi commerciali con l’antica Grecia, e che in questo territorio ha trovato il suo habitat ideale. Un vitigno autoctono della regione, nonché la prima DOC ligure.
Una storia moderna, perché il Rossese incontra tre amici, Fausto, Christian e Marco, e tra loro nasce una storia di amore. Quell’amore che ha un’espressione tangibile, il loro vino.
Siamo in Liguria, nel ponente ligure, al confine con la Francia, in provincia di Imperia. Dolceacqua, e i comuni limitrofi, si trovano in un contesto davvero unico. Un contesto dove montagna a mare si uniscono, si mescolano, per donarci un’atmosfera unica. Pendii scoscesi (tra i 300 e i 600 m s.l.m.) con una peculiarità davvero sorprendete, quella di avere quattro fasce climatiche, dal mediterraneo al continentale, al subalpino all’alpino.
Questo contesto crea un ambiente unico che permette al Rossese di crescere e diventare il simbolo di queste zone.
Il suo nome, deriva dal termine "rocciese", il vino strappato dalla rocce. Cresce vigoroso sui terreni rocciosi di questi meravigliosi pendii scoscesi, divenendo il simbolo della viticoltura eroica della zona.
Pendii che arrivano a pendenze del 70%, facendo dimenticare alle viti l’esistenza della gravità. L’uomo con il suo ingegno ha costruito negli anni diversi terrazzamenti con muri a secco, che proprio in liguria vengono chiamati müragni.
Ecco i tre protagonisti della nostra storia si innestano in questo contesto, sotto alcuni punti di vista difficile, ma al contento affascinate e stimolante.
La loro produzione inizia con pochi ettari, presi qua e là, e ci donano così le prime 4000 bottiglie, divise tra Rossese di Dolceacqua e Pigato, altri vitigno diffuso particolarmente nella costa di Ponente.
Fausto, attento biologo, segue la vinificazione con serrata e meticolosa cura, regalandoci un vino elegante e raffinato. L’eleganza che vogliono impartire al loro vino, la si ritrova anche nelle bottiglie, etichette davvero uniche che introducono benissimo il consumatore al tipo di prodotto che assaggeranno.
Quando si parla di Rossese bisogna prendersi il tempo per poter entrare nella sua complessità. E’ un vino rosso che prende la sua sapidità dal mare, la sua sinuosità dai pendii rocciosi e la sua eleganza dalla tradizione di questo territorio. E’ un vino dove il tannino non la fa da padrone, ma è leggiadro, soffice e arrotondato. Nelle sue versioni più sofisticate, i legno aiuta a far emergere un tannino davvero elegante e sorprendente, che non smaga mai. Il Rossese è un vino che deve essere scoperto piano piano. Ad ogni sorsi emergono sentori diversi, forse alle volte contrastanti, ma allo stesso tempo unici.
Oltre al Rossese producono il famoso Pigato ligure e da qualche mese hanno messo in commercio una riserva di Rossese.